Questo è un mio racconto d'avventura.
-E questi sono i Monti Urali, questo è il Gran Canyon,
questo è il Caucaso e queste sono le Alpi Scandinave. Sai figliolo sui Monti
Urali c’è una grotta tutta da esplorare. Si chiama la Grotta della Morte. Si
dice che lì ci sia un grande tesoro! Ma tu non averne paura- disse John al suo bambino
mentre accarezzava il mappamondo che il bimbo teneva sul comodino. Il piccolo
Jefferson aveva solo otto anni ma già sapeva che sarebbe diventato un grande
esploratore proprio come il padre. Jefferson sarebbe diventato il migliore
esploratore del mondo
-Io non ho paura! Ma comunque, papà, cosa mi devi dire?-
-Come fai a sapere che ti voglio dire qualcosa?-chiese
John con stupore.
-Papà ti conosco più che bene! Quando vieni nella mia
stanza e accarezzi il mappamondo mi vuoi dire qualcosa- rispose Jefferson.
-Beh… io… è che… domani mattina partirò per i monti Urali,
la mia destinazione sarà la Grotta della Morte, e lì starò per circa due mesi- disse il padre con ansia.
Chissà cosa avrebbe detto il piccolo e come avrebbe reagito a tutto quello che
gli aveva detto il padre.
-Non ti preoccupare io starò molto bene con la mamma. E
poi ci sono abituato. Buonanotte papino, ci vediamo tra due mesi! - disse il
bimbo prima di chiudere gli occhi e tuffarsi in un mondo diverso, il mondo dei
sogni.
All’inizio il bimbo e la mamma ricevevano telefonate dal padre
giorno e notte. Ma al bimbo bastava sentirlo anche una sola volta al giorno. Insomma
per lui non era importante quando o da dove chiamasse, a lui importava
ascoltare la dolce voce del padre. Passarono giorni e settimane e le telefonate
del padre diminuivano fino al punto che non lo sentirono mai più.
Ma ancora il bimbo sperava. Sperava che il padre
tornasse, sperava di sentire anche per un’altra volta, una sola volta, la sua voce o osservare il suo viso quasi sempre
sereno.
Passarono due mesi. La madre aprì la porta. Il campanello
suonò e due signori annunciarono che il padre era morto. Ma non dissero né
quando e né quale sarebbe stata la causa della morte di John. Quanti giorni,
settimane, addirittura mesi Jefferson aveva trascorso ad asciugare quelle
piccole goccioline che gli accarezzavano il viso.
Passarono venti anni e Jefferson ovviamente era diventato
un adulto. Aveva una
moglie esperta di geologia, ma cosa più importante aveva avverato il suo sogno.
Era un famosissimo esploratore, il migliore d’Inghilterra. Aveva girato tutto
il mondo, visitato tutti i luoghi più oscuri. O almeno tutti tranne uno: la Grotta
della Morte. Anche se Jefferson era grande aveva ancora paura di quel luogo.
Lui lo chiamava ”il luogo oscuro senza risposta”.
Così fece i bagagli. Prese un sacco a pelo, un paio di
corde resistenti, una cartina geografica, un coltellino da viaggio e delle
provviste. Ma non partì da solo. Fecero parte della sua avventura sua moglie
Beth e altri tre esploratori, ovvero: Frank, Gabriel e George.
Così i cinque esploratori partirono. Jefferson non sapeva
dove si trovava questa grotta perciò prese una cartina della Russia che gli
aveva regalato il padre da piccolo. Ma appena la prese essa gli scivolò dalle mani
e il vento se la portò via.
-Perfetto! Bravo, complimenti! Adesso dove sarà la
grotta? Lo sapevo! Io dovevo essere il capo del gruppo! E invece no! E’ lui!-
disse con molta arroganza Frank.
-Calmati Frank! Ora smettila!-lo interrupe Gabriel.
-Ok, ora il piano è questo: io, mia moglie e Frank
andremo a est, mentre Gabriel e George andranno a nord. Avete capito tutti?-
disse Jefferson.
-Sì!-risposero Beth, Frank, George e Gabriel in coro. I
gruppi a quel punto si incamminarono. Frank e Jefferson molte volte dovettero
prendere un coltellino per tagliare rami e foglie che sbarravano la strada. Ad
un tratto Frank esclamò- Ragazzi guardate qua!-
Frank trovò un grotta. Vi entrarono dentro e si accorsero
che quella sarebbe stata la grotta che avrebbe segnato la loro morte. Era piena
di cobra e altri serpenti il cui morso sarebbe stato letale per i tre
avventurieri. Un serpente afferrò il polpaccio di Frank, il quale dalla paura
si mise ad urlare a squarciagola proprio come Beth che era preoccupata per lui!
Ma Jefferson aveva visto molto peggio nelle sue precedenti avventure , perciò
non urlò. Con molto coraggio infatti prese la corda che aveva nel borsone e vi
legò tutti i serpenti. Successivamente l’esploratore li uccise.-Grazie per
avermi salvato!- disse Frank - Ma potevo benissimo salvarmi da solo!-continuò
lui con prepotenza.
Nel frattempo George che aveva un’agilità fuori dalla
norma si salvò da una valanga in cui restò ferito alla testa Gabriel. Si caricò
Gabriel sulle spalle e lo portò vicino al fiume , lo fece bere e riposare un
poco. Dopo molti minuti Gabriel finalmente si riprese e i due esploratori ricominciarono
il loro lungo cammino. Improvvisamente si trovarono avanti a un’enorme cascata,
ma la cosa più brutta del fiume era che era abitato da affamati e spaventosi
coccodrilli. Coccodrilli sui Monti Urali e in un fiume? Sì, coccodrilli. I due
incuriositi si avvicinarono al fiume e dall’altra riva videro degli uomini con
il viso pieno di cicatrici e lividi e con pistole in mano.
-Dobbiamo trovare quel tesoro! Ahi il braccio! Mannaggia
a quel John che molto tempo fa me lo aveva rotto! Ma adesso è morto!- disse il
capo di quegli uomini, i quali ridevano insieme a lui.
George e Gabriel avevano molto timore. Erano diventati
pallidi come morti e tremavano dalla paura
di poter morire da un momento all’altro!
-Ehi guardate qui! Abbiamo trovato la grotta!-urlò
Jefferson. La ragazza e Frank erano a dir poco sbalorditi-Tu Beth rimani qui
per poter sorvegliare l’entrata della grotta e cercare di metterti in
comunicazione con George e Gabriel!-continuò l’esploratore. Così i due
entrarono nella grotta per poterla esplorare e poi ovviamente trovare il grande
tesoro!
Intanto George e Gabriel furono catturati da quegli
uomini e furono costretti a rivelare dove si trovava Jefferson. Andarono verso
la Grotta della Morte e trovarono fuori Beth ,così la legarono con una corda e
la minacciarono di morte.
-Ora se non vuoi morire devi chiamare tuo marito, capito?-
-Tesoro vieni in fretta e scusami!-
-Scusarti per cosa? Ok ora vengo!-
Jefferson e Frank uscirono dalla grotta e trovarono i
loro amici intrappolati e legati. Beth piangeva. Aveva il presentimento che per
loro sarebbe stata davvero la fine.
-Chi siete? E cosa volete da noi?-
-E allora tu sei Jefferson? Ho sentito parlare di te!
Tutto quello che so me lo ha detto tuo padre, certo, prima che lo uccidessi e
lo facessi mangiare dai miei cari coccodrilli!- disse con molta arroganza
l’uomo che si chiamava Jack.
-Mi vendicherò per lui! E’ tutta colpa tua-
Così iniziò il duello tra i due. Gabriel nonostante
avesse le mani legate riuscì con i piedi a passare a Jefferson la sua pistola.
Lui la prese ma dall’agitazione non colpì l’uomo che rideva:-Mancato!-diceva.
La mente di Jefferson stava per esplodere! Ora tutto gli era chiaro! Più
pensava a suo padre più teneva la pistola stretta in mano e più era sicuro di sé. Così la puntò verso
Jack e con un colpo lo prese al cuore.
Fece lo stesso con gli altri uomini. Aveva vinto! Aveva onorato suo padre! Ora
non restava che trovare il tesoro. i problemi però non erano finiti. Infatti
appena entrò nella grotta , fu seguito da Frank che, geloso di lui, gli preparò
un tranello. Chiuse l’entrata della grotta con un grande masso.
-Bene, bene!-
-Oh ciao Frank mi hai spaventato-
-Sei stato bravo a scoprire questa fantastica grotta!
Bravo! Ma non voglio che tu sia il migliore Jefferson! Io sono e sarò per
sempre il migliore! Io ho scoperto la grotta! E se dirai il contrario alla
stampa soffrirai molto! Forse se ci penso bene morirai caro!-disse Frank con
molta prepotenza e superiorità nei confronti dell’altro esploratore che era un
po’ preoccupato. Jefferson sapeva di non stare simpatico a Frank ma non così
tanto da poter ucciderlo!
-Io non ho paura di te, e non ne avrò mai! Ho in mano una
pericolosa e potente pistola, quindi non credo che tu voglia fare una brutta
fine!-gli rispose Jefferson con molto coraggio. Dopo pronunciato quelle parole
puntò l’arma verso il masso che bloccava l’uscita della grotta ed esso si ruppe
in mille pietre piccole, molte piccole.
-Mancato!-disse Frank.
-Non era il mio scopo prenderti! Se fosse stato così
sarebbe stato troppo facile ucciderti mio caro, adorato, prezioso
Frank!-rispose Jefferson. Infatti liberando l’ingresso avrebbe potuto far
entrare Beth e gli altri due esploratori che lo avrebbero aiutato ad uccidere
Frank. A quel punto i tre entrarono anche loro nella grotta, presero le pietre
e le buttarono addosso al perfido esploratore creando sul suo corpo diversi
lividi. Beth vede qualcosa luccicare nell’angolo. Si avvicinò e trovò un baule
pieno d’oro, di diamanti preziosi e di collane e bracciali coperte di perle.
Jefferson uccise Frank con un colpo di pistola. Un colpo così potente che
attraversò il cuore di Frank, ne entrò da una parte e ne uscì da un’altra.
Dopodiché tutti si avvicinarono a Beth e videro il fantastico tesoro. Le gemme
le prese Beth, i diamanti li presero George e Gabriel e per ultimo, ma di certo
non meno importante, Jefferson che prese tutte le monete. I ragazzi tornarono a
casa ma sapevano che un’altra avventura li stava attendendo.